La Normativa di Riferimento
Una delle domande più frequenti che ci viene posta riguarda la possibilità di un genitore di escludere un figlio dalla propria eredità, disponendo dei propri beni con il testamento. Vediamo insieme cosa prevede la legge italiana in materia di successione e quali sono i diritti degli eredi.
In Italia, la successione è regolata dal Codice Civile che prevede due tipi di successione: la successione legittima o successione ab intestato e la successione testamentaria. La legge tutela i cosiddetti “eredi legittimari”, ossia i parenti più prossimi del de cuius, che non possono essere completamente estromessi dall’eredità.
Chi Sono gli Eredi Legittimari?
Gli eredi legittimari sono quei soggetti che, per legge, hanno diritto a una quota dell’eredità, indipendentemente e a prescindere dalle volontà espresse nel testamento. Gli eredi legittimari sono:
- Il coniuge
- I discendenti (figli)
- Gli ascendenti (genitori, nonni), in assenza di figli.
Se un figlio del defunto è morto precedentemente, nei suoi diritti successori subentrano gli eventuali figli, in forza dell’istituto della rappresentazione.
La Quota di Legittima
La legge prevede che una parte del lascito ereditario, chiamata “quota di legittima”, debba essere necessariamente riservata agli eredi legittimari. La quota di legittima varia a seconda della composizione del nucleo familiare del de cuius:
- Se il soggetto ha un solo figlio, la quota di legittima è pari a metà del patrimonio del defunto (art. 537 c.c.).
- Se ci sono due o più figli, la quota di legittima riservata è pari a due terzi del patrimonio, da suddividere in parti uguali tra i figli (art. 537 c.c.).
- Se il coniuge non concorre con altri legittimari o solo con ascendenti, spetterà la metà del patrimonio (art. 540 c.c.).
- Se il coniuge concorre con un solo figlio, la quota di legittima è pari a un terzo ciascuno.
- Se il coniuge concorre con due o più figli, questi avranno diritto complessivamente alla metà della massa ereditaria, da ripartirsi in parti uguali tra i figli, e la quota riservata al coniuge si riduce a un quarto.
La Disponibilità Residua
La parte di patrimonio che residua dopo aver calcolato la quota di legittima viene chiamata “quota disponibile”. Nei limiti di tale quota il soggetto può liberamente disporre tramite testamento a favore di chiunque, inclusi estranei, enti di beneficenza o anche uno solo dei figli.
Esempio Pratico di Calcolo della Quota di Legittima
Supponiamo che il patrimonio di un genitore sia di 300.000 euro e che ci siano due figli. In questo caso, la quota di legittima è di 200.000 euro (due terzi del patrimonio), da suddividere tra i due figli, ossia 100.000 euro ciascuno. La quota disponibile, invece, sarà di 100.000 euro, che il genitore può destinare liberamente tramite testamento, ad un soggetto terzo oppure anche ad uno solo dei due figli.
Come Avvantaggiare un Figlio Rispetto all’Altro
Se un genitore desidera favorire un figlio a scapito dell’altro, può disporre del testamento in modo tale da attribuire a quest’ultimo solo la quota di legittima, senza riservare ulteriori beni che rientrano nell’ambito della quota disponibile. Tuttavia, non è possibile escludere completamente un figlio legittimario dall’eredità, salvo determinati e specifici gravi casi, tassativamente previsti dal Codice Civile.
Il figlio che ritenga di aver subito una lesione della propria quota di legittima, in conseguenza delle disposizioni testamentarie del de cuius, può impugnare il testamento, rivendicando la quota che gli spetta per legge, attraverso la proposizione di un’azione di riduzione.
Calcolo del Compendio Ereditario
Per verificare se vi è stata o meno lesione della legittima, non è sufficiente considerare il mero patrimonio sussistente in capo al defunto all’epoca del decesso (relictum), ma da questo occorre sottrarre i debiti e tutte le passività gravanti sull’eredità. Inoltre, al compendio ereditario così ottenuto occorre aggiungere tutti i beni di cui il de cuius ha disposto mediante atti donativi, sia diretti che indiretti, quando era in vita. Effettuata tale ricostruzione del compendio ereditario (relictum – passività + donatum), si calcolano le quote riservate dalla legge ai legittimari, come recentemente ribadito dalla Corte di Cassazione (sent. n. 17926/2020).
Imputazione delle Donazioni
Calcolata la quota di legittima in riferimento al patrimonio ereditario così ricostruito, è necessario verificare se vi sono atti di liberalità disposti in vita del de cuius in favore del legittimario che assume essere stato leso dalle disposizione testamentarie, secondo l’istituto della “imputazione ex se”. Tutte le donazioni, dirette o indirette, compiute in vita dal defunto in favore di un legittimario, sono da considerarsi quale anticipo di eredità e devono essere imputate alla quota di legittima di quest’ultimo.
Cause di Indegnità a Succedere
Esistono situazioni eccezionali in cui un erede può essere dichiarato indegno a succedere, come nei casi in cui lo stesso si sia reso responsabile di gravi reati contro il defunto o contro il coniuge o i parenti prossimi, abbia posto in essere condotte atte a coartare la volontà del de cuius in riferimento alle disposizioni testamentarie, o abbia agito per celare e/o alterare il testamento. L’indegnità a succedere deve essere accertata mediante pronuncia da parte del Tribunale.
Conclusioni
In sintesi, la legge italiana tutela i diritti degli eredi legittimari, impedendo che essi siano totalmente esclusi dall’eredità. Un genitore può contenere e limitare la quota che intende destinare ad un figlio, ma non può escluderlo completamente. La materia dell’eredità e delle successioni è notoriamente molto complessa. Per ulteriori dettagli o per la disamina di casi specifici, è consigliabile rivolgersi a un avvocato esperto in diritto delle successioni.
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