L’impugnazione di un testamento è uno strumento giuridico fondamentale per tutelare chi ritiene lesi i propri diritti ereditari o contesta la validità dell’atto. Sebbene il testamento esprima la volontà del defunto, la legge italiana prevede limiti ben precisi a garanzia dei legittimari e della validità formale e sostanziale dell’atto.
Chi può impugnare un testamento?
Secondo la giurisprudenza, può impugnare chiunque vi abbia interesse. In particolare, i successibili per legge (eredi legittimi) e i legittimari lesi nella quota di riserva possono agire per ottenere l’invalidazione dell’intero testamento o di singole disposizioni.
L’interesse ad agire sussiste quando, in caso di accoglimento dell’azione, il soggetto otterrebbe una posizione successoria più vantaggiosa. Questo principio si applica sia alle azioni di nullità sia a quelle di annullabilità.
Quali vizi rendono impugnabile un testamento?
I vizi si distinguono in cause di nullità e cause di annullabilità, ciascuna con effetti e termini diversi.
Cause di nullità
Sono le ipotesi più gravi e rendono il testamento radicalmente invalido:
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Mancanza di forma: nel testamento olografo, l’assenza di autografia, sottoscrizione o data può renderlo nullo.
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Illiceità della disposizione: ad esempio, testamento redatto sotto minaccia o in seguito a circonvenzione di incapace.
L’azione di nullità è imprescrittibile, in linea con i principi generali del diritto civile.
Cause di annullabilità
Ricorrono in presenza di vizi meno gravi, ma l’azione è soggetta a prescrizione quinquennale. Le principali cause sono:
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Incapacità del testatore: minore età, interdizione, o incapacità naturale nel momento della redazione.
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Vizi della volontà: errore, violenza o dolo che abbiano inciso in modo determinante sulla volontà del testatore.
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Mancanza della data nel testamento olografo (secondo parte della giurisprudenza).
La decorrenza del termine varia a seconda del vizio: dalla data di esecuzione del testamento o dal momento in cui si è avuto conoscenza del dolo o errore.
Quali azioni può intraprendere un erede danneggiato?
A seconda della situazione, chi si ritiene leso può attivare diverse azioni:
Azione di impugnazione del testamento
Può mirare alla nullità o annullabilità dell’intero atto o di singole disposizioni. Se l’azione investe l’intero testamento, è necessario coinvolgere tutti i successibili per legge, data l’unitarietà del rapporto successorio.
Azione di petizione ereditaria
Prevista dall’art. 533 c.c., serve a far riconoscere la qualità di erede contro chi possiede i beni ereditari senza titolo. È imprescrittibile, salvo l’usucapione. Può essere proposta anche insieme all’impugnazione del testamento.
Azione di riduzione per lesione della legittima
È esperibile dai legittimari (coniuge, figli, ascendenti) quando le disposizioni testamentarie o donazioni lesive intaccano la quota di riserva prevista dalla legge.
L’azione mira a rendere inefficaci le disposizioni lesive nella misura necessaria a reintegrare la quota del legittimario.
La qualità di erede si acquista solo a seguito di vittorioso esperimento dell’azione.
Quando si prescrive l’azione di riduzione?
Sebbene la durata non sia sempre espressamente indicata, la giurisprudenza ritiene che il termine decorra dall’apertura della successione, in analogia con altre azioni ereditarie.
Litisconsorzio necessario: quando coinvolgere più parti
A seconda dell’azione proposta, può essere necessario coinvolgere più soggetti nel giudizio:
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Impugnazione dell’intero testamento: litisconsorzio necessario con eredi istituiti e successibili ex lege.
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Impugnazione di singole disposizioni: solo con i beneficiari della disposizione impugnata.
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Petizione ereditaria isolata: non richiede litisconsorzio tra coeredi.
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Petizione cumulata con impugnazione: coinvolge anche i successibili.
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Azione di riduzione: pur essendo personale, incide sulla massa ereditaria e sulle quote.
Sanatoria del testamento invalido: è possibile?
L’art. 590 c.c. consente la sanatoria di un testamento invalido, mediante:
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Conferma espressa dell’erede che conosce la causa di invalidità;
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Esecuzione volontaria, con comportamenti concludenti.
Questi atti rendono efficace la disposizione viziata, ma non impediscono a chi agisce in qualità diversa (es. legittimario) di contestarla.
Contestare l’autenticità del testamento olografo
L’erede che contesta un testamento olografo non può limitarsi a disconoscerlo. Deve proporre una specifica azione di accertamento negativo della provenienza della scrittura, assumendosi l’onere della prova.
Conclusioni
Impugnare un testamento in Italia richiede:
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La chiara identificazione del vizio (nullità o annullabilità)
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La scelta dell’azione esperibile più adeguata (impugnazione, petizione, riduzione, accertamento)
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Il rispetto dei termini di prescrizione
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L’osservanza delle regole sul litisconsorzio necessario
Solo con un’attenta valutazione legale è possibile tutelare al meglio i diritti successori ed evitare l’inefficacia delle proprie azioni.
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